IL LAVORO
Il Cantico delle creature noto pure come Cantico di Frate
Sole è stato composto da San Francesco d'Assisi intorno al 1224, vale a dire 2
anni prima di morire. È il testo poetico più antico della letteratura italiana di
cui si conosca l'autore.
Questo reading di Dino Becagli si sostanzia in definitiva della
raccolta di scritti poetici di autori vari, più o meno noti, (aforismi, poesie
e quant’altro) raggruppati prendendo a base tutti gli elementi della lauda: il
sole, la luna, le stelle, il vento, l’aere et nubilo et sereno et onne tempo,
l’acqua, il fuoco, la terra e la morte.
Già presentato a settembre, come evento di Matera capitale
europea della cultura 2019, nella Badia di San Michele Arcangelo a Monticchio,
il recital è stato, per questa occasione, implementato, arricchito di canzoni a
tema, per le voci talentuose di Nura Spinazzola e Rocco Fiore.
Il messaggio è SALVIAMO LA TERRA. Il futuro del Pianeta è
nelle nostra mani, non solo in quelle dei politici. E non c’è più tempo:
dobbiamo passare all’azione, cambiare il nostro stile di vita.
Diceva Endy Worrol: «Credo che avere la terra e non rovinarla
sia la più bella forma d'arte che si possa desiderare».
LE MOTIVAZIONI
Non possiamo fare a meno di
pensare a quanto sia stata fortunata la generazione dei nati a metà degli anni
’50. Ha ricevuto tutto: sicurezza economica, un moderato benessere, affetti e
buoni esempi, una buona scuola e un ecosistema in equilibrio. Gli adulti
facevano il loro dovere; i nonni amavano i nipoti senza viziarli; i genitori facevano
i genitori; i preti facevano i preti e chi praticava lo sport, nemmeno sapeva cosa
fossero gli anabolizzanti. Ricordo che quando passava il Giro d’Italia, un
popolo intero si assiepava lungo la strada a fare il tifo. Generazione
fortunata, dunque: ha goduto di ottimi esempi sul piano umano e morale, di una
buona educazione, di un forte calore familiare. Ma anche generazione ingrata:
ha dato poco, quando è venuto il suo turno di dare; ha inaugurato l’era del consumo
dissipativo delle risorse; non ha trasmesso ai figli che una piccola parte di quel
che aveva ricevuto È stato quasi un tradimento; dopo aver ricevuto così tanto,
è stata capace di dare così poco e spesso di rovinare il tesoro che aveva
ereditato allorché si è trattato di educare i bambini. Aveva ricevuto la capacità di divertirsi con poco, di
sognare, di giocare anche senza bisogno di giocattoli e ha trasmesso la
tendenza al disincanto, al cinismo, e una serie di giochi elettronici che
giochi non sono e che, comunque, giocano al posto del bambino. Non ha saputo
trasmettere neppure l’amore per la vita: quella generazione, uscita da famiglie
numerose, ha trasmesso un modello familiare sempre più ristretto, dove l’ordine
e la pulizia formale degli oggetti, il giardino ben curato e magari un bel cane
da passeggio per compagnia, valgono più del chiasso pieno di allegria di tre o
quattro bambini che giocano e ruzzolano sull’erba o del più piccino che vagisce
nella culla. Una parte di quella generazione è oggi qui ed ha voluto costruire
questo piccolo spazio di ascolto e di riconciliazione per chiedere perdono ai
più giovani per tutto ciò che avrebbe potuto fare e che non ha fatto. Perdono
inteso come atto di coraggio, di amore, di umiltà. Inteso come atto di responsabilità,
di consapevolezza del proprio limite; come tentativo di non sbagliare più.
Il nostro auspicio è quello di trasmettere la
gioia dell’amicizia; che quella generazione e l’attuale riescano a prendersi
per mano ed a seminare insieme il futuro per dar vita ad un nuovo mondo; un
mondo che sia davvero migliore, che raccolga in sé i tratti essenziali
dell’Umanità.
(Il Presidente Nicola Fiore)